2003 Operagialla

Operagialla

di Loriano Macchiavelli e Luigi Cilumbriello
Canzoni di Luigi Cilumbriello (scaricabili qui).
Il testo della canzone “Questo sangue che impasta la terra (ovvero Il Mecenario)” è di Francesco Guccini.

Scarica qui il testo teatrale completo di Operagialla – 2003

Digressioni sulla Figura del Presidente

ovvero

Si dice Presidente, ma si pronuncia Dittatore
da Roberto “Freak” Antoni

L’aderenza alla realtà, sfacciata e provocatoria, sottesa in tutta OPERAGIALLA di Loriano Macchiavelli, potrebbe farci incazzare, riflettere, indignare e finalmente reagire… Potrebbe smuovere la nostra annoiata passività di fruitori del Telegiornale (Dacci oggi il nostro Notiziario Quotidiano affinché l’Occhio del Grande Fratello ci rassicuri con la Sua Onnipresenza, e giustifichi la nostra apatia).

Naturalmente resteremo incollati alle nostre poltrone da salotto, e come sempre, prenderemo atto dello spettacolo che offre il mondo a noi circostante, nel suo cruento divenire. Ma ecco che l’ASSURDITÀ pervade l’ambiente, il DELIRIO ammorba l’aria, il PARADOSSO ci annebbia l’intelligenza e ci rende impotenti, dunque sterili: può la Libertà diventare dispotica? Possono i valori di Giustizia, di Pace, di Tolleranza & positiva convivenza, diventare autoritari e assolutisti? Si può imporre la Democrazia? E se sì, con quali risultati? Possiamo obbligare dei nostri simili ad adottare le idee che riteniamo giuste, usando la forza della guerra? Possiamo imporre una tirannia del Pensiero Pluralista? Possiamo costruire un nemico a tavolino e trasformarlo in bersaglio?

Siamo travolti dal turbine di una demenza surreale: enormi CONTRADDIZIONI ci tengono per le palle e stringono in maniera dolorosa. Ci sentiamo confusi, stupidi e superflui: decidono ALTRI al posto nostro e lo fanno con il cinismo più offensivo di cui sono capaci! E non è solo per cattiveria o per malafede, ma per conclamata superficialità, con aggiunta di inutile violenza e tanta meschina prevaricazione: il POTERE è sempre più brutale, perché giustificato dall’immobilità generale.

Si potrebbe cominciare col soffiare sul castello di carte false che si è costruito proditoriamente! Ma la pubblica opinione è asfittica: si è messa il bavaglio da sola, non prende iniziative, sembra smarrita e confusa, senza valori etici, con la morale in soffitta, depositata tra le cose vecchie e impolverate.

Dunque, solo in questi tempi e in questo humus, può proporsi, attecchire e prosperare il modello unico del moderno Presidente/Dittatore, il sedicente difensore ultimo di tutte le libertà, il baluardo estremo contro la barbarie e il terrorismo!

Laddove si è costruito la sceneggiata dell’emergenza, dell’urgenza e della sopravvivenza della civiltà, in un clima da Leggi Speciali e Difesa dell’Ordine costituito, inventato per scuotere le coscienze più fragili, quelle della massa, che ama la deresponsabilità sopra ogni altra cosa.
Panem et circenses. Demagogia a go-go.
Allora tutto diventa possibile, l’arte fa miracoli, il teatro e la letteratura sono in grado di costruire anche un simpatico eroe reazionario, misterioso, ricco, nobile di alto lignaggio, finto tonto come Diego de la Vega (ma Zorro raddrizzava i soprusi dei potenti e stava dalla parte del popolo!), inafferrabile e spaccone come Robin Hood che alleggeriva i ricchi per donare ai poveri… Questo super uomo, costruito dalla baronessa Orczy, era la Primula Rossa, che toglieva teste blasonate e coronate (ex affamatrici del popolo francese) dalla ghigliottina dell’esasperato popolo parigino, il quale, in quel momento storico (1789), probabilmente non poteva dare il meglio di sé… Ma si sa quanto può abbruttirsi la plebe affamata e senza domatori che la tengano a cuccia!

Nella modernità, il popolo pretende di farsi domare con il suo proprio consenso: il gioco si chiama “Democrazia” e il Presidente/Padrone deve fingere di attenersi alle sue regole. Poi, una volta eletto per acclamazione generale, saprà sfruttare con abilità (più o meno raffinata, in ragione delle sue capacità politiche) tutta l’autorità conferitagli dalla massa stessa.

Nell’Occidente attuale, alle soglie del terzo Millennio, il Presidente tende sempre più a diventare il Grande Padre che decide per il bene collettivo. Vestendo i panni dell’Uomo della Provvidenza, timorato di Dio (Dio è con lui – In God We Trust – Got mit uns), Egli si proclama custode dei valori della Civiltà, schierati contro le oscure forze del Terrore (leggi Terrorismo) e del Male, prontamente amplificate secondo necessità!

In nome e per conto dell’Emergenza, il Presidente-Dittatore può fare (quasi) tutto: emanare Leggi Speciali, stabilire il Coprifuoco, dichiarare Guerre, imprigionare nemici e/o avversari politici, decretare fortune e tracolli economici, costruire carriere, innalzare e scaraventare nel fango, stritolare negli ingranaggi del Sistema (mostro decerebrato con mille teste) ogni suddito del Reame Democratico.

Ma è necessario che perduri l’illusione della partecipazione (NB: “Libertà è partecipazione” è una delle ingenuità preferite dal primo Gaber) e che ogni potente parli il democratese per non incrinare la perfetta ipocrisia.

Fatta salva questa condizione, il fine continua a giustificare i mezzi (come sintetizzò l’avo dell’autore – con una sola “c” nel cognome – nel ‘500): per avere la pace occorre preparare la guerra, creando l’MGM: il Militare Geneticamente Modificato, sogno di tutti gli eserciti dalla preistoria alla fantascienza!

Una sola cosa teme quel gigantesco Super-Io Autoritario che si arroga il diritto di decidere fra Bene & Male, tra Giusto ed Ingiusto: la tua chiarezza, il tuo Rifiuto di partecipare alla Grande Farsa, la tua consapevolezza… Nel qual caso, Vostra Presidenza, si compiaccia di rilevare le Sue proprie macroscopiche contraddizioni! E marcisca – per favore – con tutti i suoi intrighi di Corte.

Giù la maschera e il supersorriso, Presidente!

Sito ufficiale di Loriano Macchiavelli, scrittore