Sarti Antonio e il malato immaginario
Da ATMOSPHERE, febbraio-marzo 2007
Questa è una storia di duri, di due poliziotti con caratteri diversi, ma entrambi tosti. Difficili da fregare. Due vite opposte, forse anche po’ frustrate nella sfera personale, ma entrambe, per caso o per fatalità esistenziale, costrette a rovistare per mestiere nella “faccia sporca” della città, quella che non si rivela mai fino in fondo. Perché, come i canali di Bologna, scorre nei sotterranei, nelle viscere delle strade e degli antichi palazzi del centro.
Sul palcoscenico ci sono un poliziotto cinico e incattivito ma segugio infallibile. Poli Ugo, vice ispettore aggiunto, che rischia di rubare la scena al vero protagonista delta storia, Sarti Antonio, sergente, un altro poliziotto, più umano, malinconico e a volte pasticcione. E sullo sfondo c’è Bologna la misteriosa, acida e dotta città che si arrotola nei suoi traffici perversi da via Santa Caterina a via Saragozza, che respira nella penombra dei portici del centro, che scivola ipocrita e silenziosa nelle ville sui colli.
Dopo una pausa torna alla ribalta un altro tormentone felsineo (Sarti Antonio e il malato immaginario, Flaccovio Editore, pagine 319, euro 14,50) che vede protagonista Sarti Antonio, sergente, l’investigatore creato dalla fantasia di Loriano Macchiavelli, scrittore bolognese che ne ha tratto anche una fortunata serie televisiva.
Sarti Antonio (Macchiavelli lo scrive sempre così, col cognome prima del nome) ricompare in questo romanzo illustrato da Magnus, pseudonimo di Roberto Raviola, anch’egli bolognese di Castel del Rio, scomparso nel 1996. L’estroverso fumettista creatore di Kriminal, realizzò appositamente le tavole quando il racconto apparve a puntate tra il 1987 e il 1988 sulla rivista Incontri 2000, diretta dal cineasta Renzo Renzi. Ora questa storia è un libro. Un blues letterario che ci accompagna per mano in un tour sotto i misteri delle Due torri, quelli che la battaglia sulla legalità del sindaco di oggi, Sergio Cofferati, non potrà mai portare alla luce. Sono troppo dentro la pancia di Bologna.
Cari miei qui c’è un giallo atroce, con l’assassinio camuffato da “solita overdose” di Luca Pomelli Parrmeggiani, rampollo di una ricca famiglia bolognese (padre e madre separati, lui barone della medicina, lei borghese insoddisfatta) e di un suo amico, uno scandalo da nascondere, e illeciti nel mondo della sanità.
La città – vetrina e la città sporca. Così scandali, morti, continui capovolgimenti di fronte, indagini e sesso si intrecciano, sempre intorno al numero due. Due poliziotti combattivi e diversi, due città, una famosa e una malavitosa, due delitti e perfino due soluzioni alternative e due plausibili assassini. Il vero finale, però, ce l’ha in testa solo lo scrittore che in questo caso, come un prete che lo ha appreso in confessionale, non lo rivelerà mai a nessuno.
Sarti Antonio and the hypochondriac
This is a story of hardmen , two tough cops with different personalities, but both of them impossible to dupe. Two opposite lives, perhaps slightly frustrated on the personal front, but both, whether by accident or destiny, constrained to rummage around in the “dirty side” of the city, the one that is never totally revealed. Because, like Bologna’s canals, it stays underground, in the bowels of the streets and ancient buildings in the centre.
On the stage there’s a cynical, embittered but infallible sleuth, Poli Ugo, a DI who could steal the limelight from the real protagonist of the story, sergeant Sarti Antonio, another cop, but more human, melancholy and who occasionally messes up. In the background there’s Bologna, the mysterious, bitter and erudite city with its perverse traffic on Via Santa Caterina and Via Saragozza; a city that breathes in the shadows of its porticoes and slides hypocritically and silently towards the villas on the hills.
Returning to the spotlight is another Bolognese mantra (“Sarti Antonio e il malato immaginario”, published by Flaccovio, 319 pages, 14.50 euros) whose central character is Sarti Antonio, sergeant, the investigator created by Loriano Macchiavelli, the Bolognese writer who also wrote the successful television series.
Sarti Antonio (this is the way Macchiavelli always describes him his surname before his name) reappears in this novel illustrated by Magnus, the pseudonym used by another Bolognese, Roberto Raviola from Castel del Rio, who died in 1996. The extrovert cartoonist who created Kriminal, made the plates especially when the story appeared in serial form between 1997 and 1995 in the magazine “Incontri 2000”, edited by cineaste Renzo Renzi. Now the story has been made into a book. A literary blues that takes us on a tour of the mysteries below the two towers, those that the battle against crime by today’s mayor, Sergio Cofferati, could never bring to the light. They are too deep in the belly of Bologna. This is a detective story of an atrocious murderer disguised by the “usual overdose” of Luca Pomelli Parmeggiani, the off-spring of a rich Bolognese family (father and mother separated, he a baron in the medical world, she middle-class and dissatisfied), and one of his friends; a scandal to be covered up and illegal goings on in the medical world. The showcase-city and the dirty city of scandals, deaths, continual turnarounds, investigations and sex, that revolve around the number two. Two pugnacious and diverse policemen, two cities, ore famous and one criminal, two crimes, even two alternative solutions and two possible murderers. The real finale, however, is only in the author’s head and, in this case, like a priest in the confessional, he will never reveal it to anyone.
Beppe Boni