Spero, nonostante…

Di campagne elettorali ne ho vissute tante. La prima della Repubblica italiana è del 2 e 3 giugno 1946 e si votava per eleggere i membri dell’assemblea Costituente. Avevo 12 anni e andavo in giro con mio padre, il grande Rigo, a distribuire volantini e stampa. A 18 anni ho votato per la prima volta e per me, che avevo vissuto, se pure bambino, il periodo del terrore fascista, è stata un’emozione che non si è mai più ripetuta. Spesso non sono stato del soddisfatto dei politici usciti dalle urne, ma questo capita in democrazia.
Una classe politica (intesa nel suo complesso e non individualmente) squallida, inadatta, con scarsa coscienza sociale, incolta… E che altro? Incompetente, presuntuosa, individualista, incosciente, nepotista… Insomma, una classe politica come quella che si presenta alle elezioni del 2022, non ho mai avuto il piacere di incontrarla.
C’è ancora speranza: nel grande mare di rusco che siamo riusciti ad accumulare in Parlamento (attenzione, ce l’abbiamo messo noi!) negli ultimi decenni, qualcuno si salva e ha ancora sani principi e ideologie.
Hai scritto ideologie?
Ho scritto ideologie.
Antiquato: le ideologie sono morte.
Non sono morte le ideologie, è morta l’onesta morale.

Con le mie scuse ai politici che si sentiranno offesi. Ma per fortuna fra i miei 27 lettori, non ci sono dei politici.

Il macchia

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