Francesco Guccini
Wikipedia lo definisce un musicista, scrittore e cantautore italiano.
Vi basta ? No ? Siamo d’accordo…
Ma cosa si può dire ancora del più importante cantautore italiano contemporaneo ? E diciamo cantautore perchè sappiamo che poeta musicista non gli piace (poi la frase “suona” anche male). Che la sua poesia prende il volo con la spinta siderale della musica ? Che la vena di malinconia che spesso accompagna i suoi versi ha il sapore del vino con cui li bagna perchè abbiano la consistenza delle cose più autentiche? Che la forza poetica che esprime ha le radici affondate nell’impasto d’argilla e d’arenaria delle sue montagne toscoemiliane, da dove posa uno sguardo critico e innamorato al tempo stesso su Bologna, città prototipo della varia umanità del mondo, che egli da sempre celebra e fustiga ? Niente da fare, sarebbe sempre riduttivo.
Qui vogliamo parlare soprattutto di amicizia, di quella collaborazione letteraria che è occasione – pretesto, quasi – per incontrarsi, proseguire negli anni un bel confronto di menti libere, che porta a guardare e raccontare con disincanto feroce – ma in fondo con ironico affetto – i propri simili. O a denunciare con rabbia inesausta i soprusi del Potere.
In una Bologna allora giovane delle osterie, degli studenti e delle contestazioni giovanili, piena di fermenti e di eskimo, impreparata alle tragedie che verranno, Loriano e Francesco si incontrano e si frequentano complice il teatro, tra quel Sanleonardo ex chiesa sconsacrata che ritrova sacralità, quando Loriano e i suoi amici la eleggono tempio, fucina di cultura alternativa e quell’osteria da Vito dove con poche lire affoghi delusioni e idee incompiute. Cantando. Lì le loro idee prendono forma e saranno trampolino per due percorsi culturali di successo, affini e distinti.
Per caso – ma non completamente – una storia vera, il mistero di un prete ucciso su in montagna, tanti anni prima a Pàvana, li mette sulle tracce di un progetto letterario comune.
Loriano sei tu il giallista, ti cedo la storia. No no, falla pure tu, che sei capace. E perchè non la scrivete assieme? interviene Antonio Franchini, il loro editor.
Ci pensano su, dubitano di riuscire a scrivere a quattro mani. Una partitura musicale è un conto, ma un romanzo ?
Francesco Guccini alterna allora alle collaborazioni con Macchiavelli sue felici esperienze letterarie personali.
Esperienze già maturate da tempo, in verità, iniziate con un successo: Cròniche Epafàniche (Feltrinelli, 1989). E alterna tuttora la sua inconfondibile vena musicale, 40 anni di carriera inimitabile, con la letteratura, i saggi, i fumetti.
E la collaborazione ? prosegue, più vivace che mai. Si veda il recente Malastagione (Mondadori, 2011) e la raccolta Appennino di Sangue (Mondadori, 2011).
Recentemente hanno partecipato assieme al Festivaletteratura di Mantova, riportando un entusiastico successo di pubblico, testimoniato dalle foto della Galleria che potrete vedere cliccando qui e dalle richieste di dediche ed autografi su centinaia di copie del libro Malastagione (Mondadori, 2011).
A fine ottobre 2011 i nostri eroi hanno ritirato il meritato Premio città di Vigevano, con grande e festosa partecipazione di pubblico.
Per approfondire il personaggio Francesco Guccini, oltre al sito ufficiale, a cura della Concerto Management, l’agenzia di Guccini, http://www.concerto.net/guccini/ potete visitare il bel sito unofficial http://www.francescoguccini.net, curato dal responsabile Dario Borlandelli e dal webmaster Daniele Stefanucci. Lì, oltre a trovare aggiornatissime notizie sul Maestrone, potrete accedere a tanti altri siti fan club di Guccini, attivi su Facebook, Twitter e oltre.
Come nasce una canzone: Su in collina.
Un giorno – uno di quelli dedicati ai loro incontri – Loriano legge a Francesco una poesia in dialetto. L’autore è uno dei più importanti poeti dialettali bolognesi, reggiano di origine ma naturalizzato cittadino felsineo: Gastone Vandelli (v. biografia).
Ci piace pensare che quel giorno nevicasse e che su a casa di Francesco – che ormai le radici nelle sue montagne le ha messe anche fisicamente – si sentisse urlare forte il vento. Senti questa, devo leggertela, parla dei partigiani, della Resistenza. Francesco ne rimane profondamente colpito, se non ci piacessero i luoghi comuni diremmo folgorato.
Decide di farne una canzone. Ne ha piene le tasche (forse lui userebbe un’espressione un po’ più forte) di questo clima di revisionismo storico che confonde i partigiani, coloro che hanno riportato l’Italia alla dignità del mondo libero, coi repubblichini di Salò. Non scherziamo.
Ecco come nasce la canzone Su in collina, traduzione quasi letterale, semplice adattamento alla lingua italiana della poesia di Vandelli Môrt in culéṅna (click sul link per scaricare il file pdf con il testo originale), racconto di un triste episodio della lotta partigiana sui contrafforti della Linea Gotica.
Già. Ancora l’appennino toscoemiliano.
Questa canzone Francesco la porta sempre con sé in concerto, tra la gente, come monito. E la interpreta con particolare passione. Nel video, tratto da un filmato amatoriale a Spoleto, della carica emotiva, del pathos di quella storia e della volontà di riscatto che racchiude, ognuno potrà accorgersi da sé.
f.z.
L’articolo è riportato anche sul sito francescoguccini.net Un ringraziamento al sig. Dario Borlandelli.
Francesco Guccini live – Su in collina – Spoleto
Video tratto da YouTube by isa979
Buongiorno, il suo maresciallo Santovito non ama leggere l’insegna “Ristobar”… chissà che cosa direbbe se vedesse l’insegna “Trattobar” sulla quale si sono piantati i miei occhi mentre passeggiavo stamattina in pieno centro di Pinerolo?
Grazie per i suoi libri e per le sua canzoni.
Vanda Talmon