Archivi categoria: Dicono di lui. E del suo lavoro.

Ad ogni nuova pubblicazione, man mano che cresce l’interesse per un autore, escono copiose le recensioni e le presentazioni. Compaiono da sempre su riviste e quotidiani, da tempo anche sui siti internet e i blog.
Spesso le firme sono quelle di giornalisti importanti, spesso si tratta di articoli affatto banali.
In questa categoria ne presentiamo una piccola rassegna.

Il “pensiero nuovo” di Loriano Macchiavelli

Il "pensiero nuovo" di Loriano Macchiavelli
foto: D additional hints.Borlandelli

Ieri, 21 maggio, su Repubblica.it Bologna, nelle pagine dedicate alla letteratura è apparso un articolo a firma Alberto Sebastiani. Nella sezione “Lezione Magistrale”, si parla di un mio intervento di ier l’altro, martedì 20 maggio, all’Università di Bologna.
Poiché l’articolo rende conto di cose cui tengo particolarmente ed essere chiamati ad esporle in una Università come quella di Bologna, per giunta,  mi inorgoglisce anche un poco, vi segnalo la presenza dell’articolo.

L’articolo citato lo trovate facendo click qui sotto:

http://caffeletterario-bologna.blogautore.repubblica.it/2014/05/21/il-pensiero-nuovo-di-loriano-macchiavelli/

Il "pensiero nuovo" di Loriano Macchiavelli

 

Un giorno o l’altro al Biografilm Festival 2013

Biografilm Festival

Un giorno o l’altro.

Dalla gentile signora Caterina Mazzucato ricevo con piacere la notizia che il registra Vincenzo Fattorusso, girato un documentario sul Gruppo Teatrale Viaggiante, lo presenterà il 14 giugno al Biografilm Festival di Bologna.

Il documentario narra l’esperienza giovanile che accomunò me, Guido Ferrarini attuale direttore artistico del Teatro Dehon a Bologna, Paolo Bondioli e tanti altri, a cominciare dal motore primo del GTV, quel Luciano Leonesi di cui parlo più diffusamente nella sezione Teatro di questo stesso sito.

Venerdì 14 giugno, ore 20:00 al cinema Lumiere

Via Azzo Gardino, 65 – Bologna – 051.2195311

IN PROGRAMMAZIONE, nell’ambito del BIOGRAFILM FESTIVAL (dal 7 al 17 giugno):

14/06/2013: Un Giorno o l’altro, di Vincenzo Fattorusso (Italia, 2013, 60’)

Il Gruppo Teatrale Viaggiante nasce a Bologna nel secondo dopoguerra. Per Paolo, Guido e Loriano, il teatro è portatore di voci, idee ed emozioni, da scambiare con il proletariato, con gli esclusi e con gli emarginati. Un teatro attivo, che può migliorare la società. Per oltre quindici anni la compagnia itinerante autogestita gira per piazze, fabbriche, circoli ARCI, cortili di case popolari, arrivando persino in Palestina per raccogliere filmati destinati a raccontare, negli spettacoli, il dramma di quella terra insanguinata dal conflitto. Quindici anni, e poi i loro destini si dividono, ma un seme è stato gettato, e altre esperienze, altre compagnie arricchite dal loro esempio proseguiranno sulla strada che hanno tracciato.

Viene da dire: Calorosi gli applausi da domani si replica.
Se tutto va bene, ci vediamo là.

 

Macchiavelli, la mia Bologna e Sarti Antonio

Macchiavelli, la mia Bologna e Sarti Antonio

Loriano Macchiavelli«Devo tenere botta fino al 2014, anno in cui Sarti Antonio avrà la stessa età di Maigret, così nel 2015 lo batto!» Come sempre sorride sornione, Loriano Macchiavelli, maestro bolognese del giallo italiano che tante volte, grazie al suo questurino Sarti Antonio, ha raccontato i cambiamenti della città. L’ironia della scimmia (Mondadori) è la sua ultima fatica, il romanzo numero 40 della sua carriera, oltre a decine tra racconti, sceneggiature, testi teatrali. Per questo Sandro Toni alla libreria Ambasciatori lo definisce «il più prolifico autore italiano del dopoguerra, con Camilleri». Scherza, ma parla seriamente quando dice che «molti giallisti oggi negano di esserlo, come fosse un delitto. Spiace, perché il giallo è stato il vero specchio della società italiana».

Macchiavelli non è tra questi, non si vergogna del giallo, anzi. Il genere è per lui più vivo che mai: «usiamo il giallo dagli anni ’80 per raccontare la nostra storia. Si dice che oggi ci sono tanti romanzi, meglio così: più ce n’è, più è facile che ce ne siano di belli. E ben vengano i giovani autori: portano nuove energie, devono però non adeguare le storie a quel che succede, ma anticiparle». Così Macchiavelli introduce il suo nuovo romanzo, «da leggere a partire dalla iniziale dedica agli Aquilani», perché è ambientato solo per metà a Bologna. «Si parte qui, ma poi Sarti è chiamato a l’Aquila per indagare e si muove in una città che non conosce», ma che Macchiavelli ama molto: «ci sono andato più volte. E mi ripetevo che dovevo scrivere di Campo Imperatore, che loro chiamano ‘il nostro Tibet’, e del Gran Sasso».

Loriano MacchiavelliIn realtà un racconto su quei luoghi era già apparso nell’antologia Crimini italiani (Einaudi): Il confine del crimine. «Ma era difficile raccontare quel posto in 30 cartelle, così ci sono tornato per un romanzo. A l’Aquila, nel 2012, ho trovato una città morta, con le macerie che occupano il centro. Nel futuro rischia di essere la Pompei del 2000, e fuori dal centro storico, nelle new town, le case perdono pezzi per strada».

Il personaggio Rasputin, centrale nel nuovo romanzo, appare per la prima volta in quel racconto. E da quei luoghi proviene anche un’altra figura: il pastore. «In un giro che feci su Campo Imperatore un aprile di molti anni fa ho incontrato un pastore che leggeva. Che leggi?, gli avevo chiesto. E lui mi aveva mostrato la Divina commedia. Mi aveva colpito, e nel libro lo omaggio. Offre a Sarti Antonio degli arrosticini».

Oltre all’Abruzzo c’è Bologna, verso la quale però Macchiavelli ha cambiato atteggiamento, secondo Toni: «a partire da Strage, del 1990, qualcosa è cambiato in te. Prima aggredivi Bologna, città che degrada, dopo mi sembra tu abbia cercato ragioni in eventi non facilmente percepibili. Hai messo insieme una realtà che sta sotto». Macchiavelli sorride col suo sorriso: «è che sono invecchiato e mi chiedevo se davvero valeva la pena di aggredirla senza fermarmi a capire. Non si può raccontare Bologna senza parlare di quello che le sta intorno, prima e durante. La strage di Bologna, ad esempio, deriva da Portella della Ginestra. Mi sono messo a cercare le radici. Gli avvenimenti che racconto in L’ironia della scimmia vengono dal passato, e i dieci quadri che intervallano la storia principale, i fatti che raccontano, come sono avvenuti, causano quello che siamo oggi. E su Bologna… non voglio più indagare questa città, l’ho raccontata per una trentina di anni, e se insisto finisco per odiarla. Per me molte cose ora sono incomprensibili, invecchio come Sarti Antonio, vedo tante cose cambiare e non mi ci ritrovo, non le capisco».

Eppure Bologna, personaggio costante dei suoi libri, c’è. E c’è il terremoto del maggio scorso, che sorprende Sarti Antonio in piazzetta Marco Biagi. Ma, dice la voce narrante guardando in alto, sopra i tetti: “Le due Torri hanno tremato tante volte nel corso dei secoli. Sono ancora là”. «In fondo – dice – Questa frase è un omaggio alla città che ancora amo».

(foto di Roberto Serra)

Articolo tratto da:

caffeletterario-bologna

Un romanziere, una città.

Loriano Macchiavelli, un romanziere una città

Per gentile concessione degli autori Massimo Carloni e Roberto Pirani, pubblichiamo uno stralcio del saggio letterario:
Loriano Macchiavelli, un romanziere una città” Pirani Bibliografica Editrice, 2004
(click sul titolo per aprire l’allegato in PDF).

Un sentito ringraziamento agli autori e una precisazione: causa un’incomprensione c’è un errore nel testo riguardante la dettagliatissima Biografia. L’errore è a pagina 11, alla riga:

 1960. Fonda con Angelo Bozzolla e Mimmo Bottarelli il Gruppo Teatrale Viaggiante).

Pur avendo entusiasticamente aderito all’iniziativa, esponendosi molto anche in prima persona e divenendone quasi subito lo sceneggiatore principale – si veda a tal proposito la sezione Teatro di questo stesso sito – Loriano Macchiavelli segnala che la paternità, l’idea originale che portò alla creazione del Gruppo fu di Luciano Leonesi.
Bozzolla e Bottarelli non c’entrano nulla con il GTV. Quindi, la dicitura corretta sarebbe:

1960. Entra a far parte del Gruppo Teatrale Viaggiante fondato da Luciano Leonesi.

Loriano Macchiavelli ha richiesto agli autori del saggio una rettifica che, si spera, verrà introdotta nelle prossime edizioni. Questo per correttezza nei confronti degli interessati e della verità storica su quell’esperienza, pensata per la crescita del movimento culturale, del teatro popolare e del teatro politico italiano in particolare.

Sarti Antonio e il malato immaginario-2

Sarti Antonio e il malato immaginario

COOL CLUB IT – febbraio 2007

Loriano Macchiavelli

Dario Flaccovio Editore

Una bella riedizione della Dario Flaccovio Editore di un classico di Loriano Macchiavelli, a ragione considerato tra i maggiori esponenti della detective story italiana e padre letterario di Sarti Antonio, protagonista indiscusso della storia del giallo italiano. In questo libro, però, per venire a capo dell’enigma il sergente deve dividere la scena con Poli Ugo, archivista zoppo della questura di Bologna, cinico, ripugnante, non propriamente un personaggio capace di conquistare la simpatia del lettore, eppure geniale. Sullo sfondo una istantanea implacabile di una Bologna che sta per scomparire, scattata da un Macchiavelli disilluso e dolente che stenta quasi a riconoscere una città  che sente non appartenergli più. Ed è in questo contesto che Sarti si muove per risolvere un caso di omicidio che mette a dura prova la sua colite e lo costringe, suo malgrado, a chiedere l’aiuto del questurino. Tra truffe sanitarie, ritornate drammaticamente di attualità e scoperte sconcertanti i due arriveranno forse alla chiusura del caso, lasciando aperto il finale a mille soluzioni possibili.

Bellissime le tavole che accompagnavano il volume realizzate da Magnus per la prima edizione.

Silvia Visconti