Quarta di copertina

Loriano Macchiavelli, scrittore.

Loriano Macchiavelli ritratto da Ennio D'Altri

Tre parole divenute ormai inscindibili: Loriano, Macchiavelli e scrittore.
Loriano Macchiavelli comincia con il teatro, prosegue quasi per caso con il genere “giallo”.
Scrive per fare contenta la moglie Franca. Mai gesto d’amore fu più fortunato, crediamo. Ricambiato dal fatto che l’intraprendente signora Franca raccolse il libro scritto al mare, durante una vacanza d’estate del 1973 in Spagna, ad uso esclusivo di lei ed inviò all’editore il manoscritto. Il primo giallo aveva per protagonista Sarti Antonio, sergente, poliziotto della Questura di Bologna. Un anno dopo, 1974, lo accolse Raffaele Crovi nella collana Calibro 90, per l’editore Campironi. Era Le piste dell’attentato. Qui sotto la copertina originale della prima edizione.
Da allora non si è fermato più. Ha pubblicatoLe piste dell'attentato - Campironi 1974 praticamente per tutte le collane di libri gialli d’Italia, compresa la collana capostipite del genere, I Gialli Mondadori, contribuendo sicuramente alla crescita e alla diffusione di quel genere letterario, passando attraverso tutte le esperienze e le sperimentazioni, rese possibili dal successo sempre più solido del poliziesco. E pensare che inizialmente era considerato un genere di serie B. Loriano Macchiavelli rivendica il merito di aver contribuito alla sua ascesa alla prima divisione. Successivamente si è anzi trovato, in veste di commissario tecnico-giocatore, alla testa di una vera e propria Nazionale Italiana degli scrittori di libri gialli, il Gruppo 13.
Romanzi a fumetti, sceneggiature per la televisione, collaborazioni (Gianni Materazzo, Magnus, Otto Gabos) e scritture a quattro mani (Francesco Guccini e Sandro Toni) senza mai abbandonare il teatro d’impegno politico. Mai farsi mancare niente, se credi in quello che fai. Cuando à cobra fumou, del 2010, è l’ultima pièce in ordine di tempo.
Tignoso, ha voluto dimostrare che il romanzo poliziesco italiano aveva diritto di esistere tanto quanto quelli dei grandi scrittori stranieri e sbugiardare, come spesso gli è accaduto, critici ed editori. Ha utilizzato lo stratagemma dello pseudonimo: Jules Quicher.
L’editore Rizzoli gli tenne bordone: uscirono, firmati da quello scrittore straniero – e perciò stesso attendibile – Funerale dopo Ustica (Rizzoli, 1989) e Strage (Rizzoli, 1990) che trattaStrage - Loriano Macchiavelli (Einaudi Stile Libero Big - 2010) del tristemente noto attentato alla stazione di Bologna di dieci anni prima. Un incidente di percorso bloccò l’ascesa di questo secondo lavoro: uno degli imputati della strage, credendo di riconoscersi in uno dei personaggi, ottenne il sequestro del libro. In seguito il libro fu scagionato con formula piena ed è stato ripubblicato nel 2010 nella collana Einaudi Stile Libero Big, ora disponibile anche nel formato e-book, questa volta a firma del giallista italiano e non del suo “alter ego” svizzero.
Con Einaudi la collaborazione continua fin dal 2001. Iniziò con la nuova edizione del secondo libro, Fiori alla memoria, quello che vide la luce la prima volta nel 1975, nella collana Gialli Garzanti.
Einaudi accoglie tuttora le opere di Loriano Macchiavelli, alternandosi con Mondadori che, tra Giallo Mondadori, prime edizioni e ristampe nella collana Oscar Best Sellers, vanta la palma del maggior numero di sue pubblicazioni.
Malastagione - Mondadori 2011Tra i lavori più recenti una riuscitissima (detto dalla critica) nuova collaborazione con Francesco Guccini, Malastagione (Mondadori, 2011) e – sempre con Guccini – una raccolta dei primi tre fortunati romanzi con protagonista il maresciallo Benedetto Santovito: Macaronì, Un disco dei Platters e Questo sangue che impasta la terra, riuniti per l’occasione nel volume Appennino di sangue (Mondadori, 2011).
Click sulla copertina per ordinare on line.

Non meno interessante la pubblicazione di Sgunbéi – I segrêt dla zitè (trad. : i segreti dSgunbei - i segret d'la zitè . Pendragon 2011ella città – n.d.r.) – Pendragon, 2011, romanzo in dialetto bolognese + cd audio.
Abilmente tradotto da Federico Galloni è il romanzo Sgumbéi – Le porte della città nascosta, Mondadori, 1998. Sgumbéi che, in stretto dialetto bolognese diventa Sgunbéi, appunto. Il termine significa disordine, chiasso, caos.
Il primo libro interamente proposto in dialetto bolognese, è accompagnato da un CD audio con la lettura di parti del volume ad opera di attori e notissimi “dialettofoni” della città. L’operazione, anche dal punto di vista culturale è di prim’ordine e la consigliamo.
Qui una recensione apparsa su “la Repubblica Bologna” martedì 19 aprile 2011.

In omaggio ai visitatori del sito un piccolo regalo, “la pietra di luce“, un racconto breve di qualche tempo fa, che potrete scaricare e leggere liberamente cliccando sul titolo qui sopra.

Se nelle pagine del sito troverete articoli o riceverete cortesi email di risposta a un qualche vostro quesito firmati “loriano” con la elle minuscola… non è un refuso, ma un piccolo vezzo del nostro.

Per il futuro, ha tutta l’intenzione di voler continuare a scrivere, in arrivo anche progetti cinematografici e teatrali, il suo antico e mai dimentico amore. Ma, per scaramanzia, meglio non farne parola. Anzi, meglio non farne scrittura.
Chi vivrà, vedrà. Nel senso letterale del termine.

f.z.

Loriano Macchiavelli pubblica con le case editrici

Einaudi EditoreMondadori

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