1870. Bologna è preda delle Balle, le libere associazioni di autodifesa e mutuo soccorso del popolo. Vivono ai margini e contro la legge, sono spesso delinquenziali. La piú temuta e pericolosa è la Balla dalle scarpe di ferro: nata dopo l’Unità d’Italia, si è specializzata in furti e omicidi, molti dei quali concepiti e compiuti per fini politici. A riportare ordine in città, arriva dalla Sardegna il questore Felice Pinna, che mette su una squadra speciale: una rete di infiltrati nelle diverse Balle del territorio. Ma il suo piano è ostacolato da una violenza inaudita e da una serie di oscure manovre. Con la sua scrittura acuta e trascinante, Loriano Macchiavelli racconta un Regno d’Italia che tanto somiglia, per i suoi intrighi e le sue macchinazioni, al Paese che conosciamo.
«I romanzi sono come le persone. Come le persone nascono sotto una buona o cattiva stella e, sempre come le persone, muoiono dopo una vita lunga o breve, felice o tribolata. Non tutti, per nostra fortuna. I giganti di carta resistono al tempo. La Balla dalle scarpe di ferro è nato sotto una buona stella, ha avuto una vita accidentata, ma non vuole morire».
Loriano Macchiavelli
Una vita spesso corta e di sicuro sempre tribolata aspetta la Bologna del popolino, nella seconda metà del XIX secolo. Grandi cambiamenti: il papato e gli austriaci hanno dovuto lasciare Bologna a Casa Savoia. La vita quotidiana dei figli del popolo cambia poco, però, sempre alla ricerca di un lavoro a chiamata per dar da mangiare ai figli o di qualche moneta extra per bere e giocare a carte. Anche a costo di prenderli a chi ne ha di più.
Ma la Legge e l’Ordine devono sempre trionfare. Così il nuovo prefetto, catapultato dalla lontana Sardegna, cerca di organizzare le contromisure, in una situazione che sembra sfuggire di mano da un momento all’altro.
Ex garibaldini ed ex combattenti della Repubblica Romana – gente tosta, comunque – cercano di ribellarsi ai traffici che i notabili della città organizzano ai loro danni, mentre si riposizionano al fianco dei nuovi padroni. Ogni sotterfugio, ogni crimine è lecito, quando “la Forza” pubblica ti sta col fiato sul collo e cerca con ogni mezzo – spesso illecito (che novità!) – di spedirti in galera o di toglierti definitivamente dalla circolazione.
E che dire delle donne? Coraggiose, scaltre, instancabili lavoratrici, ribelli, all’occorrenza trafficone e a tratti lascive, cogliendo al volo l’amore e il sesso, quando se ne presenta l’occasione (alcune pagine sono decisamente “a luci rosse”…).
Di certo non sono da meno dei loro amanti o mariti, nel favorire o nell’organizzare ogni sorta di traffico. Tra le varie “Balle” formatesi in quel contesto di semi-anarchia, la Balla dalle scarpe di ferro o del Centro città saprà trovare strade (contorte) per qualche momentanea rivincita?
Poi perché definirla “…dalle scarpe di ferro”? Nel romanzo troverete la risposta. Oltre a molte altre cose che vengono alla luce grazie alle meticolose ricerche e alla penna irriverente di Loriano.
F.Z.