RINGRAZIO

i miei 27 lettori che il 18 pomeriggio erano TUTTI alla libreria Ambasciatori di Bologna per seguire la presentazione del mio romanzo I fantasmi si vestono nudi.

RINGRAZIO
l’amica e collega Grazia Verasani e l’amico e collega Stefano Tura che si sono addossati il fardello della presentazione.

RINGRAZIO
Cecilia Lavopa e Maila Cavaliere che hanno recensito immediatamente il mio romanzo e hanno usato per i miei fantasmi parole straordinarie. Invito i frequentatori di questo sito a leggere le recensioni in rete. Troveranno interessanti spunti di riflessione.

RINGRAZIO
l’anonima (e anche l’anonimo, ma le donne sono lettrici più numerose e attente) che leggerà il romanzo: sappia che I fantasmi si vestono nudi è il mio omaggio al 25 aprile 1945, settantotto anni dopo.
Infine
RINGRAZIO
chi vorrà festeggiare con me l’ottantesimo anniversario. Appuntamento fra due anni.
Macchia

AI MIEI 27 LETTORI

Carissimi e preziosi 27, i miei fantasmi sono in libreria. Andateli a incontrare. Potrebbe essere una piacevole sorpresa.
macchia.
PS. Per chi si trova dalle parti di Bologna, appuntamento il 18 aprile alla libreria Ambasciatori, via Orefici, alle ore 18,30. Mi sostengono moralmente gli amici Grazia Verasani e Stefano Tura, che ringrazio per la temerarietà dimostrata.
ri-macchia

POI SOSTENGONO DI NON ESSERE FASCISTI

Il signor deputato (deputato alla tutela della lingua italiana?) Rampelli intende presentare in parlamento la proposta di legge che vieti l’uso di  parole straniere nei dialoghi (anche in famiglia?) e negli scritti (anche fra innamorati?). Per ora non è previsto l’arresto per chi contravvenga. Multe da 5 mila a 100 mila euro. Suppongo che l’entità della multa dipenda dalla lunghezza della parola straniera pronunciata o scritta.
L’idea, se non fosse drammaticamente legata al fascismo (che non c’è più, come assicurano i fascisti), farebbe ridere.
Un ritorno all’antico quando, alle elementari,  la signora maestra si affannava a istruirci sulle parole da usare al posto delle PROIBITE. Anche fra noi bambini.
Ecco alcune delle baggianate suggerite.

Borderaux – color barolo (stagionato quanti anni?)
Brioche – brioscia (che può fare rima con coscia)
Buenos Aires – Buonaria (l’apostrofo è a discrezione)
Casinò – casino (che etichetta bene quei tempi)
Champagne – sciampagna (tipo: vado in sciampagna)
Chiave inglese – chiave morsa (non si dice morsicata?)
Cocktail – bevanda Arlecchino (tanto per metterla in maschera)
Cognac – Arzete (che potrebbe essere qualunque cosa, anche brutta e cattiva)
Cotillons – cotiglioni (di solito: “non mi rompere i cotiglioni”.

Alla prossima puntata, altri esempi dell’ignoranza linguistica dei tempi andati. Ma anche di oggi.
Li lasciamo fare o RESISTIAMO?

PS. E se, putacaso, dovessi parlare inglese dal fruttivendolo (che è magrebino e conosce solo l’inglese)? O dal tabaccaio (per chiedere un pacchetto di Gauloises o Gitanes)?