VORREI

Vorrei che gli italiani segnassero la data del 25 settembre 2022 nel loro calendario degli avvenimenti infausti.

Vorrei che non chiamassimo democrazia le elezioni che contrastano con la Costituzione italiana che stabilisce: E` vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.

Vorrei che non ci fossero dubbi sul fatto che chi saluta romanamente, chi festeggia il centenario della marcia su Roma, chi rende omaggio alla tomba di Benito Mussolini, chi distrugge le sedi del sindacato, chi sfila con le dannate insegne del nostro tragico passato, chi organizza raduni e campi di addestramento, ronde, esposizione di simboli, continui richiami alla fede, al coraggio e allo sprezzo del pericolo, all’eroica e nobile morte per la Patria e per una giusta causa…
Vorrei che tutto questo lo si chiamasse con il suo vero nome: fascismo.

Vorrei non aver mai scritto La stagione del pipistrello.

Vorrei che oggi, giorno successivo all’evento più infausto dal dopoguerra, i milioni di morti che il fascismo ha disseminato in tutta Europa, tornassero a chiedere conto a quel 25 per cento di noi che li ha dimenticati e ha richiamato fra noi il mostro.

Vorrei che anche il 40 per cento che non si è preso la briga di uscire di casa (con o senza tempesta, non importa) per andare a votare, dovesse rendere conto a quei milioni, morti perché anche quel 40 per cento potesse esprimere , con il voto, il proprio parere.

Vorrei che avessimo tenuto conto dell’avvertimento di Brecht: E voi, imparate che occorre vedere e non guardare in aria; occorre agire e non parlare. Questo mostro stava, una volta, per governare il mondo! I popoli lo spensero, ma ora non cantiamo vittoria troppo presto: il grembo da cui nacque è ancora fecondo.

Vorrei…
… vorrei morire stasera,
e che voi tutti moriste
col viso nella paglia marcia,
se dovessi un giorno pensare
che tutto questo fu fatto per niente.

Vorrei , assieme a Renata Viganò, partigiana, scrittrice e poetessa… che morissimo stasera, noi che non siamo riusciti a evitare che il grembo del mostro venisse fecondato di nuovo.

loriano macchiavelli

PS. Il partito che ha vinto le elezioni del 2022 non avrebbe dovuto essere ammesso alla consultazione perché incostituzionale.
Non interesserà nessuno e meno di tutti coloro che dovrebbero vigilare sul rispetto della Costituzione.
macchia

SAN VLADIMIRO

Le mie fonti segrete (che sono poi anche le vostre) mi assicurano che Putin ha condizionato le elezioni di Tump e che si è intromesso varie volte anche nelle nostre elezioni.
Alzo alta una prece a san Vladimiro perché domenica 25 settembre 2022 ci aiuti a sconfiggere la Meloni e tutti i cocomeri della destra più o meno estrema.
macchia

SANZIONI

Le prime delle quali il sottoscritto ha notizia vengono dalla Grecia. Esattamente da Atene, 411 Avanti Cristo. Una tale Lisistrata, stanca e indignata, come le altre donne, delle continue guerre con Sparta che portavano solo lutti e distruzioni, propone alle ateniesi di negare i piaceri sessuali agli uomini fino a quando questi non stipulassero una pace durevole.
A quanto mi consta quelle sanzioni sono state le uniche, nella storia dell’umanità, che abbiano funzionato. Forse perché ha ragione quel proverbio che cita peli e buoi. E, come si sa, i proverbi sono la saggezza del popolo. Povero popolo!

Alcuni esempi recenti: le sanzioni nei confronti della Libia (marzo 2011) e quelle contro la Siria (sempre 2011) hanno portato lutti e distruzioni anziché pace e benessere. Basta dare un’occhiata allo stato dei due paesi oggi per rendersene conto.
Quelle più drammatiche che ci riguardano e che sono state il prologo alla seconda guerra mondiale, sono state le sanzioni all’Italia fascista di Benito Mussolini comminate nel 1935 dalla Società delle Nazioni, l’Onu di qui tempi, nata dopo la prima guerra mondiale ed estinta per inutilità nel 1946.
Mussolini le chiamò le inique sanzioni, proclamò l’autarchia e ne approfittò per incitare l’odio del popolo contro le nazioni ostili di modo che, quando annunciò di aver dichiarato guerra alla Francia e alla Gran Bretagna (settembre 1939), i leoni di Benito Mussolini emisero, dalle Alpi alle piramidi, dal Manzanarre al Reno, il loro ruggito del topo.
Nel periodo autarchico seguito alle sanzioni nacquero (io c’ero) gli orti di guerra, l’oro alla patria, la raccolta del ferro, che culminò, quest’ultima, con la demolizione e il recupero di recinzioni, balaustre, ringhiere e quant’altro avesse un minimo tasso ferroso. Per costruire cannoni e carri armati e fare più forte e rispettata l’Italietta del Benito. Sappiamo che fine hanno fatto. I leoni, i cannoni, i carri armati e l’Italietta. E molta umanità analfabeta facile da fregare.

Che si continuino a comminare sanzioni significa che chi le ordina o è ignorante (della storia e non solo) o è colluso.
Buone sanzioni a tutti.
macchia