ovvero
BREVE STORIA DI UNA PAROLA CADUTA IN DISUSO.
In principio era la BUGIA. Esempio: “Non raccontar bugie.”
Non sembrandoci sufficiente per esprimere il concetto, siamo passati dalla bugia alla BALLA. Esempio: “Mi hai raccontato una balla.”
Quando la balla appena ascoltata era troppo per essere compiutamente espressa, abbiamo inventato la STRONZATA. Esempio: “Questa è proprio una stronzata.”
Dalla stronzata alla CAZZATA è stata una passeggiata. E ci è sembrato il massimo. Raccontare cazzate è diventato normale per tutti.
A questo punto è arrivata la FAKE NEWS. Sono convinto che per la prima volta sia apparsa su un qualche giornale importante, colto e raffinato. Fate conto la Repubblica. E il giornalista che l’ha scritta, un inviato speciale altrettanto importante, colto e raffinato. Fare conto un Rampini.
Il fatto è che adesso, con la fake news, non sembra neppure che si tratti dell’antica, quasi sempre innocua bugia.
Sentite: “Questa notizia è una fake news” e “Questa notizia è una cazzata” e, quand’era proprio troppo: “Questa notizia è un gran cazzata.”
Non c’è confronto.
Sarà perché appartengo ormai a un’altra epoca, ma sono e rimango con la vecchia, efficace, indiscutibile, inequivocabile STRONZATA e lascio la fake news ai raffinati che vengono dalla patria della democrazia con il muro per difenderla dagli sporchi, brutti e cattivi che stanno all’altra parte mentre di qua ci siamo noi, belli, puliti (una o due docce al giorno, tanto abbiamo l’acqua e se non l’abbiamo la prendiamo dov’è) e buoni.
A proposito di muri, breve digressione sul tema fake news. Il muro di Berlino era e resterà in eterno una vergogna e un delitto contro l’umanità. E il nuovo che costruiranno ?
Chi vivrà, vedrà.
Spero di esserci anch’io, fra questi.
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