LA LETTERA DI MAURO CELANI

La lettera di Mauro Celani (https://www.loriano-macchiavelli.it/ho-qualche-difficolta-a-capire/) mi dà l’occasione per tornare su un mio romanzo pubblicato nel 2012, quando l’illuminato Marchionne non aveva ancora portato a compimento la sua opera meritoria. Il romanzo è L’ironia della scimmia e il brano citato da Mauro Celani e che purtroppo non appare nella sua lettera, dovrebbe essere il seguente:
«… Nostro compito è far capire alla Gelmini, altra ignorante, sempre nel senso sopra chiarito, che libertà è potersi esprimere su una legge e se la si ritiene iniqua, criticarla e chiederne il ritiro! Che il ruolo dei governanti non è imporre, ma prima di tutto ascoltare!» Altra pausa. «E a Marchionne ricordiamo come il ricatto tolga la libertà! Libertà è fare scelte senza la paura di perdere la libertà, perché perdere il lavoro vuol dire non essere più liberi! Non poter programmare il futuro vuol dire non essere liberi: non essere liberi di studiare, come non essere liberi di lavorare, significa essere oppressi dal potere!» e finisce in calando: «Adesso andate in pace e riflettete».
La tirata era di Rosas e la teneva durante una manifestazione di studenti contro la legge Gelmini. A scopo precauzionale e per completezza di informazione, preciso che l’ignoranza alla quale allude riferendosi alla onorevole Gelmini va intesa «nel senso di chi ignora, che non sa», come lo stesso Rosas aveva precisato poco prima nel suo discorso.

Grazie a Mauro Celani per avermi dato l’occasione di ricordare un romanzo che amo. Riletto oggi, a distanza di 6 anni, il brano è piuttosto attuale e potrebbe essere la mia orazione funebre in memoria di Marchionne.
PS. Qualche anno fa ero bravino.
lor.